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Cara Caterina,
ricordo con affetto e nostalgia le prime volte che sono stata a casa vostra, a Liberty Avenue in East New York, quando avevo16 anni e mi ero appena fidanzata con Melino. Era il 1963. Lo zio Angelo e la zia Rosa erano gli unici zii di Melino allora in America, e venivamo spesso a trovare voi, gli zii e Pietro e Santina. E anche Pino che era ancora scapolo e a cui Melino voleva molto bene. I vostri bambini erano piccoli, ricordo l'orto e il cortile dietro casa, ricordo un Thanksgiving trascorso da voi, il tacchino servito nel piatto con dipinto sul fondo (giustamente!) un tacchino, le babbaluce che cucinava tua suocera (assaggiate da voi per la prima volta), i carciofi arrostiti, i cardi al forno, le cotenne e le braciole: mi avete fatto conoscere la cucina siciliana! Tua suocera piccola piccola e sempre indaffarata. Tuo suocero di poche parole ma sorridente. Sopratutto, ricordo l'affetto che legava Melino a voi tutti, e a Semi in particolare di cui amavamo la risata, il carattere espansivo, le parole scherzose, il senso positivo della vita. Mi avete introdotto alla tribù dei Giammanco! Caterina, ricordalo così Semì e ringrazia il Signore che vi ha dato tre figli che vi amano, nipoti, e tutta una vita trascorsa assieme. Io non dubito che Semì è in pace accanto a suo fratello Pino e agli altri che l'hanno preceduto, e che continua a esservi vicino, sempre. Con affetto,
Rosanna